
Il gruppo cresce nel conflitto: Confidenza e pregiudizio nello sport di squadra!
Noi esseri umani, tendiamo ad evitare i conflitti, tendiamo a mantenere uno “status quo”, pur di non rovinare una finta armonia, pur di non passare sempre noi per quelli che creano problemi.
Ovviamente non siamo tutti così, molte persone non hanno paura di essere scomodi, di mostrare punti di vista diversi dagli altri, di aiutare gli altri a mettersi in gioco. Certo, in questo schema di cose non si può finire ad essere quelli che hanno la verità assoluta, che rompono lo “status quo” esclusivamente per poter aver ragione o peggio ancora imporre la propria ragione; in questo caso non c’è nulla di costruttivo.
E nello sport di squadra cosa succede?
Si, perchè nello sport di squadra, ci sono relazioni, e le relazioni, generano conflitti. Ma, facciamo ordine, che cos’è un conflitto?
Un conflitto è un disallineamento con se stessi o con qualcun’altro!
Che vuol dire?
Vuol dire avere un punto di vista diverso, una visione diversa delle cose, e di ciò che sta succedendo. E in una squadra, può voler dire non essere d’accordo con l’allenatore, non essere d’accordo con un compagno, non essere d’accorso col preparatoe atletico, col mental coach e cosi via…
Il Conflitto, se gestito con maturità, è l’unica cosa che fa crescere il gruppo, è l’unica cosa che fa evolvere le relazioni, quindi il Conflitto, non va mai evitato, ma sempre preso di petto affrontato e soprattutto RISOLTO! Si, certo, risolto, perchè altrimenti la relazione muore, così come il gruppo, lentamente, ma muore!
Come gestire un Conflitto?
La premessa, è doverosa, perchè ciò che vedo di più nella mia esperienza quotidiana è l’invasione del ruolo altrui; cioè giocatori che vogliono fare gli allenatori, allenatori che vogliono giocare al posto dell’atleta, atleti contro il preparatore atletico e così via. Ci sono dei ruoi e vanno rispettati, ci sono delle gerarchie e vanno rispettate. Come in una nave, si ascolta e si fa ciò che dice il COMANDANTE e meno ciò, viene messo in discussione e più la nave va veloce. Quindi ribadisco, ognuno pensi al proprio ruolo e non a quello del compagno o peggio ancora a quello di uno dei componenti di uno staff tecnico. Detto ciò, vediamo le tre cose da fare e non fare per gestire un conflitto:
– Non prendersela mai sul personale, la persona e/o le persone, non ce l’hanno con te, non criticano la tua persona, ma ciò che fai e il modo in cui lo fai; non solo, il comportamento viene criticato perchè, smuove nell’altro, emozioni e sensazioni sgradevoli che riguardano se stesso e non te. Ribadisco, NON E’ PERSONALE!
– Ascoltare e ACCETTARE, ciò che ti viene detto, che in altre parole vuol dire, ciò che mi stai dicendo è reale, se non per me, lo è sicuramente per te, quindi ha un valore e io devo dargli lo stesso valore, che do al mio punto di vista.
– Esporre il proprio punto di vista, come AGGIUNTA all’altro punto di vista, e non come alternativa, e/o unica visione corretta. Questo fa sentire capita la persona, la fa aprire e le fa accogliere e accettare meglio l’altro punto di vista.
Se, queste 3 cose sono state fatte bene, ci dovrebbe essere, l’allargamento di vedute delle persone coinvolte, e quindi l’evoluzione in una verità più ampia. Il conflitto nasce nella DICOTOMIA, ovvero esiste la mia verità o esiste la Tua. Questo è devastante per le relazioni. La realtà è che entrambe i punti di vista sono sempre veri e reali, vanno accettati e trovato un punto d’incontro che faccia vincere entrambe le parti. Ci si dovrebbe fare una domanda molto semplice:
Qual’è un terzo punto di vista sulla cosa che ci metterebbe d’accordo?
Trovato questo il conflitto è RISOLTO, e la relazione si evolverà.
Qual è l’ostacolo a tutto questo?
Il pregiudizio. Per lo più dato dalla conoscenza dell’altro, e dalla confidenza. Infatti le relazioni più impegnative per tutti noi, sono quelle più “strette” e durature nel tempo, perchè si esclude facilmente che la persona possa avere un punto di vitsa diverso da ciò che sono abituato ad aspettarmi. Della serie: già so come è fatto, è inutile!
Quindi viene a mancare l’ascolto e l’accettazione le relazioni “muoiono”, spesso senza separazione, ma sfiorendo e appiattendosi, abbassando la densità emotiva della relazione stessa.
Le persone, non sono bianche o nere, le persone hanno migliaia di sfaccettature e altrettanti punti di vista a seconda di ciò che stanno vivendo, e anche se possono sembrare contradditorie è proprio lì che si trova la chiave per far evolvere la relazione, proprio nella scoperta di una persona che è molto di più di ciò che ho imparato a vedere finora.
In definitiva, NIENTE PAURA, litigate discutete, MA, sempre con ascolto attivo e accettazione del punto di vista diverso dal proprio, solo così creerete un gruppo VINCENTE.
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A presto!
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