Il tuo Valore non è il tuo Potenziale

Il tuo Valore non è il tuo Potenziale

Nel mondo dello sport si parla sempre di Potenziale e di quanto sia importante riuscire ad esprimerlo al massimo il più volte possibile soprattutto nelle occasioni più importanti.

Tutto il mio lavoro gira attorno al concetto di potenziale e proprio la figura del mental coach ti permette di aumentare il tuo potenziale e la possibilità di esprimerlo al meglio il più delle volte; fatta la dovuta premessa, bisogna anche specificare bene, dove e quando si vede e si può valuatare il potenziale di un atleta.

Gli addetti ai lavori e i genitori, per quanto riguarda gli atleti più giovani, hanno mediamente una visione molto distorta del concetto di potenziale.

Ti faccio qualche esempio così da provare a spiegarti cosa voglio dire; siamo abituati a guardare un atleta durante i suoi allenamenti confrontarsi con i suoi compagni di squadra, e avvolte anche con atleti di altre team che servono per far crescere il confronto. Così, viene valutato il potenziale di un ateta senza la componente principale, ovvero lo stress, la pressione.

Quindi siamo portati a pensare che siccome un atleta è capace di confrontarsi alla pari con un atleta di livello nazionale o internazionale, allora quello è il potenziale che può esprimere in gara.

SBAGLIATO!

Ciò che viene fatto in allenamento o garette minori, non vale NULLA! E il motivo per il quale non vale nulla è semplice: non c’è stress, non c’è aspettativa.

IL TUO VALORE NON E’ IL TUO POTENZIALE!

Così mi ritrovo a spiegare a genitori ed allenatori, che il potenziale si vede in gara, e soprattutto di gara in gara, ed è questo l’unico parametro di giudizio che va valutato.

In altre parole, se io mi so confrontare nel mio sport con i 5 più forti al mondo in allenamento o in garette minori, ma poi quando si tratta di fare sul serio il gap tra me e loro in termini di risultati rimane sempre a loro favore, allora questo sarà il mio valore attuale.

Ovvio, posso migliorare, e arrivare al loro livello, ma anche un minimo distacco di punteggio, ad alto livello, vuol dire un enorme distacco di valore che richiede molto tempo prima di coprire questo gap.

Quali sono i danni di questa distorsione?

Molto semplice, si fa credere agli atleti che possono competere contro chiunque aspettandosi di vincere, quando al massimo in una competizione internazionale non sono mai arrivati oltre il secondo turno. Risultato? L’atleta vivrà frustrazione, scoramento, e avrà voglia di lasciar perdere, perchè la percezione del suo valore sarà talmente lontana dalla realtà che il Gap sembrerà incolmabile.

Quindi cosa fare per aiutare un atleta e ancotra di più un giovane atleta?

Aiutarlo a vedere il suo valore in gara, senza riempirlo di aspettative, dicendogli che può competere con chiunque. Se ad esempio, in un mondiale, il massimo che ha raggiuto è il primo turno, mi spieghi perchè dovresti aspettarti che lo vinca? Il reale ed unico obiettivo che dovrebbe porsi è arrivare al secondo turno e se ci riesce dovrebbero essere tutti enormente soddisfatti. (genitori, allenatori, compagni, amici)

I risultati richiedono tempo, eppure vedo che proprio il tempo è una componente che non viene spiegata a nessuno. Non viene spiegata agli atleti, ai loro genitori e spesso la dimenticano nei fatti anche gli allenatori.

Ci vuole tutta una vita di sacrifici e fallimenti per raggiungere le vette del mondo in quello che si fa.

Quindi,al lavoro, per sempre, almeno fino a quando non decidi di smettere, così potrai guardarti indietro, vedere i tuoi risultati e conoscere qual è stato il tuo potenziale, o meglio il valore che sei riuscito a portare in gara!

Buon allenamento!

Attacchi di Panico, la parte oscura dello sport!

Attacchi di Panico, la parte oscura dello sport!

Gli sportivi dall’esterno sembrano sempre dei supereroi, soprattutto ad alti livelli; Infallibili e di ghiaccio.

Non è così!

E aggiungo, menomale!

L’atleta vive in un turbinio di emozioni infinite, nella maggior parte dei casi non riesce neanche a decifrarle, e tante altre ne rimane totalmente in balia. Questa generale inconsapevolezza genera situazioni spesso difficili da gestire che se tralasciate sfociano in veri e propri “attacchi di panico”

I casi nel mondo dello sport sono di primissimo livello: quello di Giorgia Consiglio, azzurra del nuoto di fondo costretta al ritiro ai Mondiali di Shanghai nel 2011 perché colta da una crisi d’ansia dopo cinque chilometri di gara, è solo l’ultimo di tanti episodi che hanno avuto per protagonisti tanti atleti. Tra i più celebri c’é sicuramente Federica Pellegrini, che per molto tempo ha avuto nei 400 stile libero (distanza su cui pure detiene primato e titolo mondiale) la sua croce e delizia. Una distanza che in più di un’occasione le ha creato problemi (ma una volta le è capitato anche negli 800): all’origine una forma d’asma, di cui in effetti soffrono molti atleti ma che tengono sotto controllo. Per la regina della piscina azzurra è stato necessario l’intervento di un professionista, che l’ha comunque aiutata ad allentare certe tensioni. “Sono crisi d’ansia”, spiegò Federica Pellegrini in occasione di un episodio del genere nel marzo 2009, collegandole ‘alle batterie dei 400 di Pechino, dove andai così forte che mi sembrò di morire’. ‘Da allora, ai blocchi per gare superiori ai 200 la testa vaga per conto suo, non riesco a controllarla’, aggiunse. Anche se poi la situazione è decisamente migliorata e il problema le si è ripresentato una volta sola, nel novembre 2010.

Ma l’olimpionica del nuoto è in buona compagnia: tra le altre a soffrire di attacchi di panico c’é Carolina Kostner, giovanissima portabandiera olimpica ai Giochi di Torino, plurimedagliata del pattinaggio artistico sul ghiaccio. Anche per lei la paura a volte è stata devastante.  Nel calcio chi non ha mai nascosto di soffrirne è l’ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi, che più volte ha sottolineato di non voler tornare in panchina per non dover reggere quel tipo di stress. Fuori dai confini nazionali a fare scalpore era stato anche lo stop che Casey Stoner, fresco del titolo mondiale della MotoGp, era stato costretto a prendersi per un malessere prima indecifrato e che poi era stato definito a metà tra la depressione e gli attacchi di panico.

Insomma nulla di così strano in fondo!

Quando si è abituati a vincere e qualcosa non va, si rischia di perdere il controllo e perdere il controllo è il primo segnale.

STAI ATTENTO!!!

Cosa fare?

Inutile negarlo, rivolgiti ad un esperto, che possa essere un mental coach, psicologo psicoterapeuta, ma fatti aiutare, uscirne è semplice e possibile se trovi la persona giusta per te, quindi se non la trovi subito non mollare e continua a cercare fino a quando non hai risolto.

Personalmente ho avuto almeno un paio di atleti, gia campione del mondo nello loro sport a soffrire di veri e propri attacchi di panico, che abbiamo risolto con un lavoro di pochi mesi, e che ne ha migliorato in modo enorme la vita della persona e il modo di vivere la competizione, performando a livelli a ncora più alti.

Potrei scriverti tante cose su quest’argomento, ma non voglio che tu creda di poterne uscire con 3 soluzioni facili e veloci; non è così!

Sappi solo che parte tutto da un pensiero, da un pensiero che non riconosci, e non sai di avere, inconscio, subdolo, che sta lì a fare piccoli danni, e che piano piano ha sempre più fame e prende sempre di più il sopravvento diventando un bel giorno ansia da prestazione, poi ansia profonda, fino ad arrivare a trasformarsi nel modo più inaspettato e incontrollato un vero e proprio attaco di panico. Della serie “mi sono sentito morire”

Se sei già a questo punto non rimandare di un giorno, chiedi aiuto, scrivimi e vediamo come e in che tempi risolvere il problema. Se, invece, non vuoi arrivare mai ad una situazione del genere, impara a conoscere i tuoi pensieri ed un bel lavoro con mental coach ti permetterebbe di farlo.

Se hai domande e dubbi puoi scrivere a metodometticilatesta@gmail.com e ti risponderò molto volentieri.

Lo Sport è straordinario ma come tutte le cose ha il suo lato oscuro, e l’attacco di panico è il suo lato oscuro, non aspettare di conoscerlo, combattilo da subito con la consapevolezza!