L’intuito è il tuo super-potere non la tua Testa!

L’intuito è il tuo super-potere non la tua Testa!

Oggi ti parlo del potere dell’intuito.

Spesso con i miei atleti, che seguo individualmente e da vicino, facciamo degli esercizi per capire la nostra capacità di vivere sotto stress.

Ebbene si, ciò che sai fare ha un reale valore solo sotto stress, prorpio perchè lo devi dimostrare in gara, e quindi sotto stress. La performance è istinto, è l’insieme di tutte le cose imparate sul tuo sport in una vita, e messe in campo al posto giusto al momento giusto.

Ma come si fa?

Perchè, spesso capita di prepararsi perfettamente ad una gara e poi non riuscire a mettere in campo nulla di ciò che si è preparato, della strategia studiata etc…

Bene, questo avviene perchè hai usato la TESTA!

Si, proprio la testa, la sua parte razionale, ovvero c’hai ragionato troppo per dirtela in termini più semplici. La performance è ASSENZA DI PENSIERO, è istinto, intuito, è affidarsi alla parte più intima di se stessi e lasciarle fare ciò su cui è stata preparata senza analizzare razionalmente ciò che sta succedendo.

Il concetto di “FLOW” è proprio questo, risucire a fare una prestazione così ben fatta, da ricordare solo che hai fatto cose straordinarie, anche di più di ciò che fai normalmente e rimanerne sopreso in positivo. Il Flow, è proprio ciò che ti sto spiegato, hai lasciato fare al tuo intuito.

Dicevo, come si fa?

La magia avviene in quello che le filosofie orientali definiscono “QUI E ORA”, ovvero rimanere nel presente, senza pensare durante la performance a ciò che hai sbagliato, a che punto sei, se sei in vantaggio, se devi recuperare etc.. etc…

L’intuito si spalanca nell’assenza di pensiero e di analisi, ed esercizi come quello che faccio fare ai miei atleti con le palline da tennis, serve proprio a permettere loro di capire qunado sono concentrati e senza pensiero razionale nella testa, esiste solo il focus su ciò che stanno facendo.

Inoltre tutto questo glielo faccio allenare sotto un enorme quantità di stress, e quindi mettendoli sempre più in difficoltà, giocando sulle loro fragilità emotive, insicurezze e su cose che non si aspettano. Perche? pensaci un secondo, durante un performance le cose che ti mandano fuori dal gioco, sono proprio le cose e le situazioni di gioco che non ti aspetti in quel momento.

Tutte le volte che vieni sorpreso durante una performance esci dal FLOW, e se non sai tornarci, sei fregato, e probabilmente la gara viene compromessa del tutto.

Quindi ricapitolando:

– impara e allenati ad avere una mente silenziosa

– non analizzare la performance durante la performance stessa

– impara a cambiare “stato” quando arriva un imprevisto

Se ti serve aiuto puoi sempre scrivere a metoometticilatesta@gmail.com e chiedere il mio supporto.

Ti aspetto  e buon allenamento!

Il tuo Valore non è il tuo Potenziale

Il tuo Valore non è il tuo Potenziale

Nel mondo dello sport si parla sempre di Potenziale e di quanto sia importante riuscire ad esprimerlo al massimo il più volte possibile soprattutto nelle occasioni più importanti.

Tutto il mio lavoro gira attorno al concetto di potenziale e proprio la figura del mental coach ti permette di aumentare il tuo potenziale e la possibilità di esprimerlo al meglio il più delle volte; fatta la dovuta premessa, bisogna anche specificare bene, dove e quando si vede e si può valuatare il potenziale di un atleta.

Gli addetti ai lavori e i genitori, per quanto riguarda gli atleti più giovani, hanno mediamente una visione molto distorta del concetto di potenziale.

Ti faccio qualche esempio così da provare a spiegarti cosa voglio dire; siamo abituati a guardare un atleta durante i suoi allenamenti confrontarsi con i suoi compagni di squadra, e avvolte anche con atleti di altre team che servono per far crescere il confronto. Così, viene valutato il potenziale di un ateta senza la componente principale, ovvero lo stress, la pressione.

Quindi siamo portati a pensare che siccome un atleta è capace di confrontarsi alla pari con un atleta di livello nazionale o internazionale, allora quello è il potenziale che può esprimere in gara.

SBAGLIATO!

Ciò che viene fatto in allenamento o garette minori, non vale NULLA! E il motivo per il quale non vale nulla è semplice: non c’è stress, non c’è aspettativa.

IL TUO VALORE NON E’ IL TUO POTENZIALE!

Così mi ritrovo a spiegare a genitori ed allenatori, che il potenziale si vede in gara, e soprattutto di gara in gara, ed è questo l’unico parametro di giudizio che va valutato.

In altre parole, se io mi so confrontare nel mio sport con i 5 più forti al mondo in allenamento o in garette minori, ma poi quando si tratta di fare sul serio il gap tra me e loro in termini di risultati rimane sempre a loro favore, allora questo sarà il mio valore attuale.

Ovvio, posso migliorare, e arrivare al loro livello, ma anche un minimo distacco di punteggio, ad alto livello, vuol dire un enorme distacco di valore che richiede molto tempo prima di coprire questo gap.

Quali sono i danni di questa distorsione?

Molto semplice, si fa credere agli atleti che possono competere contro chiunque aspettandosi di vincere, quando al massimo in una competizione internazionale non sono mai arrivati oltre il secondo turno. Risultato? L’atleta vivrà frustrazione, scoramento, e avrà voglia di lasciar perdere, perchè la percezione del suo valore sarà talmente lontana dalla realtà che il Gap sembrerà incolmabile.

Quindi cosa fare per aiutare un atleta e ancotra di più un giovane atleta?

Aiutarlo a vedere il suo valore in gara, senza riempirlo di aspettative, dicendogli che può competere con chiunque. Se ad esempio, in un mondiale, il massimo che ha raggiuto è il primo turno, mi spieghi perchè dovresti aspettarti che lo vinca? Il reale ed unico obiettivo che dovrebbe porsi è arrivare al secondo turno e se ci riesce dovrebbero essere tutti enormente soddisfatti. (genitori, allenatori, compagni, amici)

I risultati richiedono tempo, eppure vedo che proprio il tempo è una componente che non viene spiegata a nessuno. Non viene spiegata agli atleti, ai loro genitori e spesso la dimenticano nei fatti anche gli allenatori.

Ci vuole tutta una vita di sacrifici e fallimenti per raggiungere le vette del mondo in quello che si fa.

Quindi,al lavoro, per sempre, almeno fino a quando non decidi di smettere, così potrai guardarti indietro, vedere i tuoi risultati e conoscere qual è stato il tuo potenziale, o meglio il valore che sei riuscito a portare in gara!

Buon allenamento!

Il vincente sa perdere!

Il vincente sa perdere!

Prima di imparare a vincere bisogna imparare a perdere!

Forse avrai sentito questa frase tante volte, ma l’hai davvero capita?

Oggi provo a farti capire quanto sia importante una sconfitta è più in generale il fallimento. La sconfitta e soprattutto la sua gestione è il tassello fondamentale per diventare un campione. Infatti il Campione sa gestire la sconfitta, il fallimento, l’infortunio e tutto ciò che non aveva previsto sul cammino verso il successo. Il perdente invece, rimugina settimane sulla sconfitta cocente, si abbatte per un infortunio, e raggiunge picchi di scoraggiamento nei periodi fallimentari.

Questa è la sostanziale differenza tra un Campione e un atleta che passa la vita a dire: “ero bravo, sarei potuto diventare qualcuno ma sono stato sfortunato.”

Come si diventa quindi un Campione?

Imparando a fallire!

Ma cosa vuol dire?

Nessuno può essere felice quando si perde, questo è ovvio, e non sarò di certo io a dirti di essere contento dopo una sconfitta. Rimanere delusi dopo una sconfitta è normale e giusto, quindi stai tranquillo, puoi arrabbiarti e dispiacerti per la sconfitta.

Per quanto tempo?

A seconda dell’entità della sconfitta la delusione deve durare da un minimo da 15 minuti ad un massimo di 36 ore. Dopo, questo tempo, la sconfitta va dimenticata, non deve più toccarti emotivamente e bisogna cominciare a lavorare sull’analisi della sconfitta, capire cosa si è sbagliato e cosa potevi fare meglio, partendo da ciò che hai fatto bene. Da qui in avanti il tutto va fatto con entusiasmo e la consapevolezza che sei migliorato, e l’esperienza di questa sconfitta ti farà diventare più forte. Più tempo passi in uno stato di scoraggiamento è più lungo sarà il tempo che servirà per tornare a vincere. Meno tempo passi a rimuginare e prima avrai l’atteggiamento migliore per allenarti nel modo migliore e tornare a vincere.

Tutto questo con gli infortuni vale ancora di più. Il corpo umano reagisce molto velocemente agli Stati d’animo, è uno stato d’animo positivo aiuta il corpo a recuperare più velocemente. Tutto ciò è anche stato dimostrato scientificamente. Quindi, se vuoi diventare un vero Campione impara a perdere, impara dal fallimento, e l’unico modo in cui puoi farlo è con il sorriso, è tutto questo ti insegnerà a vincere con costanza e ti insegnerà a non fermarti più.

Mettici la Testa, affronta la sconfitta nel modo migliore e se hai bisogno di supporto scrivimi a metodometticilatesta@gmail.com

Ti aspetto!!!!

 

Il gruppo cresce nel conflitto: Confidenza e pregiudizio nello sport di squadra!

Il gruppo cresce nel conflitto: Confidenza e pregiudizio nello sport di squadra!

Noi esseri umani, tendiamo ad evitare i conflitti, tendiamo a mantenere uno “status quo”, pur di non rovinare una finta armonia, pur di non passare sempre noi per quelli che creano problemi.

Ovviamente non siamo tutti così, molte persone non hanno paura di essere scomodi, di mostrare punti di vista diversi dagli altri, di aiutare gli altri a mettersi in gioco. Certo, in questo schema di cose non si può finire ad essere quelli che hanno la verità assoluta, che rompono lo “status quo” esclusivamente per poter aver ragione o peggio ancora imporre la propria ragione; in questo caso non c’è nulla di costruttivo.

E nello sport di squadra cosa succede?

Si, perchè nello sport di squadra, ci sono relazioni, e le relazioni, generano conflitti. Ma, facciamo ordine, che cos’è un conflitto?

Un conflitto è un disallineamento con se stessi o con qualcun’altro!

Che vuol dire?

Vuol dire avere un punto di vista diverso, una visione diversa delle cose, e di ciò che sta succedendo. E in una squadra, può voler dire non essere d’accordo con l’allenatore, non essere d’accordo con un compagno, non essere d’accorso col preparatoe atletico, col mental coach e cosi via…

Il Conflitto, se gestito con maturità, è l’unica cosa che fa crescere il gruppo, è l’unica cosa che fa evolvere le relazioni, quindi il Conflitto, non va mai evitato, ma sempre preso di petto affrontato e soprattutto RISOLTO! Si, certo, risolto, perchè altrimenti la relazione muore, così come il gruppo, lentamente, ma muore!

Come gestire un Conflitto?

La premessa, è doverosa, perchè ciò che vedo di più nella mia esperienza quotidiana è l’invasione del ruolo altrui; cioè giocatori che vogliono fare gli allenatori, allenatori che vogliono giocare al posto dell’atleta, atleti contro il preparatore atletico e così via. Ci sono dei ruoi e vanno rispettati, ci sono delle gerarchie e vanno rispettate. Come in una nave, si ascolta e si fa ciò che dice il COMANDANTE e meno ciò, viene messo in discussione e più la nave va veloce. Quindi ribadisco, ognuno pensi al proprio ruolo e non a quello del compagno o peggio ancora a quello di uno dei componenti di uno staff tecnico. Detto ciò, vediamo le tre cose da fare e non fare per gestire un conflitto:

Non prendersela mai sul personale, la persona e/o le persone, non ce l’hanno con te, non criticano la tua persona, ma ciò che fai e il modo in cui lo fai; non solo, il comportamento viene criticato perchè, smuove nell’altro, emozioni e sensazioni sgradevoli che riguardano se stesso e non te. Ribadisco, NON E’ PERSONALE!

Ascoltare e ACCETTARE, ciò che ti viene detto, che in altre parole vuol dire, ciò che mi stai dicendo è reale, se non per me, lo è sicuramente per te, quindi ha un valore e io devo dargli lo stesso valore, che do al mio punto di vista.

Esporre il proprio punto di vista, come AGGIUNTA all’altro punto di vista, e non come alternativa, e/o unica visione corretta. Questo fa sentire capita la persona, la fa aprire e le fa accogliere e accettare meglio l’altro punto di vista.

Se, queste 3 cose sono state fatte bene, ci dovrebbe essere, l’allargamento di vedute delle persone coinvolte, e quindi l’evoluzione in una verità più ampia. Il conflitto nasce nella DICOTOMIA, ovvero esiste la mia verità o esiste la Tua. Questo è devastante per le relazioni. La realtà è che entrambe i punti di vista sono sempre veri e reali, vanno accettati e trovato un punto d’incontro che faccia vincere entrambe le parti. Ci si dovrebbe fare una domanda molto semplice:

Qual’è un terzo punto di vista sulla cosa che ci metterebbe d’accordo?

Trovato questo il conflitto è RISOLTO, e la relazione si evolverà.

Qual è l’ostacolo a tutto questo?

Il pregiudizio. Per lo più dato dalla conoscenza dell’altro, e dalla confidenza. Infatti le relazioni più impegnative per tutti noi, sono quelle più “strette” e durature nel tempo, perchè si esclude facilmente che la persona possa avere un punto di vitsa diverso da ciò che sono abituato ad aspettarmi. Della serie: già so come è fatto, è inutile!

Quindi viene a mancare l’ascolto e l’accettazione  le relazioni “muoiono”, spesso senza separazione, ma sfiorendo e appiattendosi, abbassando la densità emotiva della relazione stessa.

Le persone, non sono bianche o nere, le persone hanno migliaia di sfaccettature e altrettanti punti di vista a seconda di ciò che stanno vivendo, e anche se possono sembrare contradditorie è proprio lì che si trova la chiave per far evolvere la relazione, proprio nella scoperta di una persona che è molto di più di ciò che ho imparato a vedere finora.

In definitiva, NIENTE PAURA, litigate discutete, MA, sempre con ascolto attivo e accettazione del punto di vista diverso dal proprio, solo così creerete un gruppo VINCENTE.

Se hai bisogno di aito contattami subito a metodometticilatesta@gmail.com per un training di gruppo nel tuo team dove insegnare ai tuoi atleti come gestire al meglio le pressioni e i conflitti della vita agonistica.

A presto!

 

 

Il Potere d’influenza di un Mental Coach non è nelle competenze!

Il Potere d’influenza di un Mental Coach non è nelle competenze!

Il Mental Coach Sportivo è un ruolo nuovo, per quanto in realtà sia un ruolo che ha più di 50 anni, ma in Italia si sa, tutto arriva con un certo ritardo, in più lo sport nazionale è il Calcio, dove tutto arriva più tardi di qualunque altro sport.

Insomma, il cockatil è perfetto affinchè nel 2022 in Italia il Mental Coach sia un ruolo ancora “nuovo” e nel peggiore dei casi “incompreso” e non voluto.

Aggiungiamoci che accademicamente palando non è riconosciuto se non sotto la figura dello psicologo sportivo, e questo rende le cose ancora più confuse per chi ha bisogno del supporto di un Mental Coach.

Come si fa quindi?

La risposta è facile, vedi chi ha testimonianze di successo, finito!

Anche perchè di gente certificata da persone che si autocertificano per certificare ne è pieno il mondo del coaching!

Funziona pù o meno così:

Quelli famosi, sono formatori, che fanno corsi, non lavorano con sportivi nella media, però ti certificano come Mental Coach, il loro business è fare corsi non fare il Mental Coach, anche perchè attenzione attenzione, non esiste la DOMANDA per Mental Coach Sportivo.

Non esiste, nessuno lo cerca! Basta guadare i dati google, e scoprirai che non esiste richiesta, l’unica richiesta rilevante che esiste sono gente che cerca “come diventare mental coach”

Ora puoi capire la distorsione della realtà che c’è intorno a questa figura FONDAMENTALE nel mondo dello sport.

Tutta questa premessa per dirti che un bravo Mental Coach non lo puoi scoprire dalle competenze o dagli studi, l’unica cosa che puoi valutare è la sua esperienza e le sue testimonianze degli atleti che segue e o ha seguito.

Ma il punto di questo articolo è un altro ancora, ovvero cosa dà al Mental Coach la capacità di aiutare sul serio un atleta a risolvere problemi di ansia da prestazione, stress, depressione, dipendenze etc…????

Il ruolo!

Cosa intendo? Intendo che se fai l’allenatore, non puoi fare pure il mental coach, se fai il preparatore atletico non puoi fare pure il mental coach, se fai il genitore non puoi fare il mental coach.

Perchè?

Per il semplice motivo che il doppio ruolo, nei confronti di un atleta, appesantisce la relazione con il risultato che da una parte o da un altra non ti ascolterà; ma non solo…

L’atleta deve sentire la libertà di parlare male anche dell’allenatore, del preparatore atletico, di un compagno di squadra, perchè 9 volte su 10 ha bisogno solo di sfogarsi, e non può farlo con il diretto interessato sapendo che è solo uno sfogo.

Ora mi dirai il confronto serve ed è sano. Si, certo, vallo a dire ad un adolescente o a un giovane tra i 20 e i 30 anni con un EGO smisurato. Se poi l’allenatore stesso ha un EGO smisurato siamo alla frurtta.

Infine l’ultima questione sulla quale voglio mettere luce è il potere del ruolo; un Mental Coach, aldilà delle doti empatiche, intuitive e tecniche, riesce ad aiutare un atleta, perchè l’atleta lo riconosce come esperto di una problematica che lo sta limitando. Solo per questo viene ascoltato. Un pò come quando vai dal medico e quello che ti dice non lo metti in discussione, perchè lui è l’esperto.

Quindi il potere d’influenza è nel ruolo, perciò un atleta dovrebbe avere sempre un Mental Coach che non abbia altri ruoli nella sua vita, come allenatore, preparatore atletico, genitore, fidanzato/a, amico, conoscente etc…

Il Mental Coach è un ruolo serio, delicato, e deve essere svolto da una persona che ha una gestione del proprio EGO sopra la media, soprattutto durante la sessione, perchè un bravo Mental Coach lo riconosci perchè lo “odi” per la maggior parte del tempo. E lo apprezzi solo a risultati ottenuti.

Un bravo Mental Coach non ha bisogno dell’approvazione di un atleta, anzi sa perfettamente che l’approvazione dello stesso, è la fine del lavoro per sempre.

Il Mental Coach, trova sempre il modo di farti stare nello scomodo nel disagio e sotto stress, altrimenti non ti sta allenando!

E come puoi immaginare qualunque altro ruolo non può permettersi questo risultato, perche distruggerebbe la relazione.

Spero di aver chiarito qualcosa su questo ruolo, e per finire, se proprio ti interessano gli studi del mental coach, chiedigli quanti certificati ha e se è laureato in psicologia, magari ti aiuta ad aumentare la fiducia nei suoi confronti.

Tanto se è un cane, e ce ne sono in tutte le professioni, te ne accorgi dopo poco!!!

Buon allenamento!