La responsabilità è una delle caratteristiche principali di un campione.

La principale!

La responsabilità, intesa come la capacità di rispondere agli eventi.

Eventi che avvengono durante la crescita sportiva e professionale dell’atleta.

Ma che vuol dire saper rispondere ad un evento?

C’è da fare una promessa, gli eventi sono sia positivi che negativi, oggettivamente. Quindi c’è poco da stare allegri quando ti infortuni, quando perdi in malomodo, quando non ti sai spiegare la mancanza di risultato o quando peggio ancora non riesci a tirare fuori il meglio di te.

Puoi essere ottimista quanto ti pare, ma un evento negativo, è negativo, c’è poco da fare.

Detto ciò, basta guardarsi intorno e vedere come ognuno di noi reagisce in modo diverso anche di fronte lo stesso evento.

C’è chi per un infortunio, si perde d’animo, chi la vede come la peggior sfiga del mondo, chi cade in frustrazione, ma c’è anche chi sa mettersi al lavoro da subito per un pronto recupero, immaginarsi già di nuovo in campo, e non dedica la minima attenzione all’evento negativo se non quella di fare di tutto per recuperare la forma il prima possibile.

Cosa hanno di diverso queste persone?

L’atteggiamento!

La capacità di rispondere, appunto!

Rispondere all’evento nel modo più funzionale all’obiettivo da raggiungere.

Ovvero scelgono il giusto punto di vista, e danno il giusto significato a ciò che è accaduto.

Tutto ciò, rimanendo nel caso dell’infortunio, genera uno stato d’animo di fiducia, che permette all’atleta di recuperare anche prima di quanto è stato preventivato.

Ora scendiamo un po più in profondità.

Una situazione di gara, di qualunque sport, è piena di tanti piccoli eventi, i quali vanno letti nel modo più funzionale all’obiettivo, in modo da agire nel modo migliore. Al contrario avremo una reazione, che il più delle volte ti porterà ad un errore, che ti porterà ad un altro errore e così via…. aumenterà stress, ansia e tensione, tutti stati d’animo che chiudono il tuo potenziale e ti daranno quasi sicuramente un risultato non felice.

In una gara ogni piccolo evento, ogni piccola situazione di gioco, ogni piccola decisione, va presa in uno stato d’animo positivo, di fiducia e sicurezza, altrimenti gli errori sono dietro l’angolo.

Il campione agisce il perdente reagisce!

Ovvero, il campione, sa dare il giusto significato ad un suo errore tecnico, magari senza dargli troppa importanza, sa dare il giusto significato ad un torto arbitrale, magari senza perdere la pazienza, sa dare il giusto significato ad un brutto quarto d’ora, senza compromettere l’intera gara.

Inoltre sa dare il giusto significato alle condizioni esterne, come il clima, il tipo di gara, la sua importanza e così via.

Tutto questo non fa altro che permettergli di mantenere uno stato d’animo positivo.

La cosa è facile:

Stato d’animo positivo = potenziale spalancato

Stato d’animo negativo = potenziale chiuso

Quindi, tutto ciò che fa un campione per mantenere lo stato di flow, ( ovvero lo stato di potenziale spalancato, in cui tutto riesce al meglio, insomma lo stato di grazia che tutti hanno sperimentato almeno una volta nella vita ) è quello di proteggere il suo stato d’animo positivo da qualunque cosa possa interferire.

Cosa puoi fare?

La cosa più banale di tutte eppure quella che si perde prima: stai concentrato sul gioco. PUNTO!

Perché:

– quando ti concentri su un errore tuo, hai perso focus dal gioco

– quando ti occupi dell’arbitro hai perso il focus dal gioco

– quando hai un brutto quarto d’ora hai perso il focus dal gioco

Insomma stai concentrato e prenditi la RESPONSABILITÀ del tuo stato d’animo, perché se a una qualunque cosa dai il potere di distrarti, allora sei una vittima di tale cosa. Prenderà sempre più potere su di te, fino a quando ti troverai a raccontare le tue giustificazioni sul perché hai perso.

L’arbitro mi ha rubato la partita, il campo non era dei migliori, la palla non rotolava, il vento disturbava ecc…

Il campione esulta, il perdente spiega.

Il campione si prende la responsabilità, il perdente fa la vittima.

Il campione lavora in silenzio e impara dagli errori, il perdente delega la responsabilità dei suoi risultati agli altri e alle sue scuse e si preclude la possibilità di migliorare.

E tu? Non è ora di pensare da campione?

Davide

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