Lo Sport ti fa crescere, si, ti fa crescere prima, se il tuo sogno è chiaro già in tenera età.
Cosa succede quando a 10 anni sai che vuoi essere il numero 1 del tuo Sport?
In ordine sparso, vivi per giocare, vivi per allenarti, vivi per rincorrere un sogno, vivi per fare uno sforzo in più, vivi in questo modo, e non ti interessa un altro modo di vivere.
Così lo Sport ti prende, e ti porta su, in un vortice di professionismo infantile, facendoti giocare “da grande”, pretende da te il massimo, pretende da te che tu sappia gestire sforzi, frustrazioni, sconfitte, ingiustizie, dolori, infortuni, rabbia…
Lo Sport sa essere spietato, oggi più di prima, lo Sport conosce solo il linguaggio del risultato e te lo sbatte in faccia in modo diretto, che tu abbia 10 anni o che tu sia un professionista navigato ultratrentenne.
Allo Sport non gli interessa che tu sia un bimbo, e che a malapena conosci mamma e papà, figurarsi te stesso, lui ti prende e ti sballottola fuori i tuoi limiti le tue insicurezze e le tue paure più profonde.
I più scappano, saltano da uno Sport all’altro, rinunciano, fanno un anno si e uno no, e la palla rovente rimane a coloro che sanno già sognare a 10 anni, che sanno già quello che vogliono, che non mollano, che vedono vividamente che possono essere il numero 1. Un grande numero 1.
E non cedono, nonostante non abbiano strumenti, non sappiano comprendere cosa gli gira nella testa e nel cuore, non sanno ricordarsi che hanno bisogno di divertirsi nel fare quello che fanno.
Così sta agli adulti, ai genitori ai maestri, ricordare loro che c’è il divertimento, che poca importa in fondo, che possono viverlo serenamente, ma al bimbo Campione, non interessa questo, interessa vincere e odia perdere, perchè è Campione nel cuore.
Deve solo imparare a gestire se stesso come forse neanche tanti adulti sanno fare, così bisogna stargli vicino, parlargli da adulti, spiegargli che può imparare a gestire la rabbia, la frustrazione, la sconfitta, può sorridere, e capire perchè fa quello che fa…
Può capire a soli 10 anni, anche più di un adulto, che Vincere non è tutto, e che tutto, è la sua passione di giocare. Gli si può spiegare il valore della sconfitta, l’importanza del cadere, quanto sia più importante rialzarsi, sempre col sorriso.
Lo capirà più velocemente di un adulto, perchè il bimbo Campione, è già un agonista, è già un professionista, egli ha capito la lezione di vita più importante di tutte. Vivere un sogno e lottare per andarselo a prendere, nonostante si debba passare per le stanze più oscure del suo animo. Egli non ha paura. Non sa solo come affrontarla.
Perciò non vi spaventate quando lo vedrete sbraitare, urlare e piangere per le sue sconfitte, perche un adulto fa lo stesso, ma lo tiene nascosto, e rinuncia, si accontenta pur di non entrare nelle sue caverne, egli invece lo grida al mondo perchè non ha ancora imparato a tarparsi le ali, egli vede il cielo e non lo molla.
Insegnategli il valore del fallimento, che dagli errori si impara e si cresce, insegnategli che un emozione va vissuta e può essere gestita quando serve, insegnategli che non è ciò che fa, ma molto di più, egli è l’elogio alla vita.
Se sei la mamma o il papà di un bimbo, agonista, professionista, coccolalo perchè egli vive e sogna, e chi ha questo coraggio, va allenato alle cadute, e gli va detto che dopo ogni caduta le persone care lo ameranno più di prima. Insegnagli che a forza di provare e riprovare alla fine riuscirà.
E poco conta se tutto questo sia giusto o sbagliato, è così, e se vuoi emergere c’è da sudare sin da bambino. Ti riposerai da grande, quando gli altri saranno all’inizio dei loro sacrifici.
Tu sei solo un Super Bambino, proprio come Michael Jordan, Simone Biles, Valentino Rossi, Andre Agassi, che per vincere tutto hanno perso tantissimo! Raccontategli queste storie!
Io ho la fortuna di vedere questi Campioni, e sono insegnanti meravigliosi, vanno solo guidati a vivere con gioia e leggerezza il loro essere grandi, grandi d’animo e poi grandi in campo!
Buon allenamento!
Davide
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