Un aspetto che influenza la performance di un atleta è l’ambiente; questo ti forma, ti influenza, crea aspettative, genera etichette, giudica, pretende e condiziona.

Certo rimane uno dei tanti aspetti, non è certo l’unico, anche perchè ci sono centinaia di casi usciti fuori da ambienti destabilizzanti, negativi e tutt’altro che motivanti e protettivi.

Fatto sta, che condiziona, e il più importante degli ambienti è sicuramente quello familiare. Per esperienza diretta, lavorando molto con gli adolescenti, mi capita di vedere il loro ambiente e quindi i loro genitori, stimolare in un modo o in un altro il proprio figlio. Purtroppo in buona fede, spesso, si commettono errori che invece di aiutare non fanno altro che peggiorare le cose.

Da bambini lo Sport dovrebbe essere solo un gioco che ti trasmette valori sani, al fine di crescere un uomo e una donna, con dei principi che facciano bene a se stessi e agli altri. In adolescenza, se fai agonismo, lo Sport ti porta già ad alti livelli di stress e pressione e si necessita di gran supporto da parte dei genitori e di tutto l’ambiente.

Ovviamente siamo tutti diversi e il supporto e le interferenze che un atleta subisce sono esclusivamente soggettive. C’è chi ha bisogno di essere sfidato, chi ha bisogno di essere coccolato, c’è chi ha bisogno di essere ignorato, insomma non esiste una ricetta generica, detto ciò si possono identifcare 3 ERRORI che non vanno MAI fatti in nessun caso:

ERRORE UNO: Non aiutare il proprio figlio a non identificarsi con ciò che fa. Una delle cose principali per uno sportivo che vive di risultati, è capire il prima possibile che è OK anche quando perde. Infatti, soprattutto per un adolescente, in una fase di pieno sviluppo del sè e del proprio EGO, è molto lontano dai suoi schemi un ragionamento del tipo: “Non sono ciò che faccio!” Eppure è la sua salvezza, apprendere da subito, questa netta distinzione tra ciò che è, e ciò che fa, in modo che quando si troverà davanti ad inevitabili fallimenti sportivi, si sentirà OK comunque, non scapperà dalla situazione, non si sentirà meno amato dalle persone intorno a lui e accrescerà autostima e sicurezza personale. Nella pratica, bisogna semplicemente stare attenti al proprio linguaggio quando si parla con lui e quando si parla in sua presenza. Francesco è un calciatore. NO. Fancesco fa il calciatore. Importantissimo insegnare al proprio figlio che è molto di più della sua pratica sportiva nonostante rappresenti il 90% della sua vita. Egli ha più ruoli, tutti importanti, tutti necessari. NON SEI CIO’ CHE FAI!

ERRORE DUE: Fare leva sui sensi di colpa. “Spendo un sacco di soldi per farti fare Sport e tu non ti impegni per portare risultati!”
In generale è una delle più alte forme di manipolazione comunicativa quella dei sensi di colpa, la facciamo anche con noi stessi, rasentando l’autoerotismo punitivo, purtroppo la subiamo da sempre e impariamo quindi a riprodurla quando diventiamo genitori. Il problema è che fa danni collaterali enormi. In primis è una motivazione VIA DA’, ovvero che ti focalizza da cosa vuoi andare via e non VERSO qualcosa che vuoi. Quindi il primo errore è nell’ insegnare un tipo di motivazione che porterà la persona a decidere sempre per il male minore invece che per andare a prendersi ciò che desidera. Insomma roba da perdenti. In secondo luogo, aumenterà l’aspettativa nell’atleta, che non solo dovrà avere a che fare con la già frustrante sconfitta, in più aumenterà la sua frustrazione perchè non si sentirà OK con se stesso, e non si sentirà OK nei confronti dei genitori ai quali chiede anche sacrifici inutili. Insomma un disastro! Volete vedere se è veramente motivato e i Vs soldi non vengono buttati, o più semplicemente volete smuoverlo dal poco impegno? Fate la leva migliore di tutte: “Tu vuoi diventare un professionista? Comportati da professionista!” Vedete che faccia fa, e vi renderete conto di quanto è motivato o non lo è!

ERRORE TRE: Uscire dal proprio Ruolo! “Devi metterti a dieta! Devi Allenarti di più! Non ti stai impegnando come dovresti! “ Se sapessimo discernere i nostri diversi ruoli nella nostra vita, spenderemmo la metà delle energie per il doppio dei risultati. Avremmo relazioni di qualità superiori e saremmo molto più appagati. L’ostacolo? L’EGO! Care mamme e papà, fate i genitori, coccolateli, pretendete, sgridateli, educateli. Non è il Vs ruolo parlare di tecnica di tattica, di allenamento, di diete….etc… chiedetegli come sta, cosa desidera, e raccontategli di come voi superate le vs battaglie quotidiane, così, con l’esempio, lo guiderete a trovare le sue risorse per performare al meglio, così come nella vita anche nello Sport. E alla fine di tutto questo, se vi va, tifate per loro e andate a vedere le gare, perchè, non è neanche così importante la Vs presenza, la Vs presenza è importante la sera, dopo una Vittoria, dopo una Sconfitta, è li che ha bisogno di voi, di mamma e papà!

Buon Allenamento a tutti, si sa, il genitore è il ruolo più difficile al mondo!

Davide

Scopri di più da Mettici la Testa

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading